Litigare e Non Parlarsi per Giorni? Prova la Disputa Felice!

A pensarci dopo qualche giorno, novanta su cento non ci si ricorda nemmeno per quale motivo sia successo, eppure succede. Succede, quando ci si vuole bene, che alle volte si alzino i toni, che ci si incaponisca su un dettaglio o su una sciocchezza, che non si dia il giusto peso a quel che accade. E allora ci si arrabbia… ci si arrabbia forte, e si resta arrabbiati! Si finisce col litigare e non parlarsi per giorni, e la cosa ironica è che, dopo un po’ di tempo, non ci si ricorda più perché ci si era scontrati.

Non che sia un enorme problema… in effetti i litigi di coppia sono una cosa normalissima, che anzi, costituiscono un campanello d’allarme sia quando sono troppi che quando sono troppo pochi. Però, a ben guardare, la cosa importante è, oltre che non esagerare mentre si litiga, capire come comportarsi dopo un litigio.

Una ottima fonte di ispirazione è un libro “La disputa felice” di Bruno Mastroianni, un compendio utilissimo per non lasciare mai che i litigi di coppia degenerino in qualcosa che non possiamo controllare o controlliamo a fatica.

Litigare e fare pace subito dopo è una strada percorribile, anche se non esattamente facile. Ma arrivare a fare pace davvero è l’obiettivo che tutti dovrebbero prefiggersi, preferendo la mediazione alla testardaggine e la comprensione alla chiusura. Lo sappiamo tutti: non c’è niente di più brutto del lungo silenzio dopo un litigio. Porta solo a sviluppi negativi, e il nostro amore, se è amore vero, non merita questo!

Per evitare di litigare e non parlarsi per giorni, per prima cosa occorre capire perché si litiga!

Eh sì… alla base c’è sempre il tentativo, lo sforzo di comprendere! Noi stessi, gli altri, noi come coppia! Quindi domandiamoci: perché nascono i conflitti?

A volte tendiamo a credere che la discussione degeneri in un litigio per colpa dell’argomento che affrontiamo. Per la sua importanza, per la sua pesantezza o per la sua inopportunità. Ma non è quasi mai così: di base, invece, tutto nasce dal fatto che l’altro ha delle idee diverse dalle nostre, ed è il loro metterle in evidenza il problema. Ci fa sentire contestati, non più al centro del nostro mondo, ma con un altro mondo di fronte a noi: non siamo più unici!

A quel punto, scatta il nostro lato animalesco, istintivo. Cosa fa un animale selvatico quando si sente contestato, se non addirittura minacciato? Si spaventa, e di conseguenza scappa o contrattacca. È affascinante constatare che noi non siamo molto diversi: evitiamo la discussione o l’affrontiamo di petto, ci vuole molto controllo per reagire in modo costruttivo. In entrambi i casi affrontiamo o fuggiamo da quello che consideriamo un conflitto… e a quel punto il conflitto comunque c’è già: l’abbiamo creato noi!

Il secondo suggerimento per non litigare e non parlarsi per giorni, dunque, è imparare a contemplare le differenze.

Contemplare significa osservare qualcosa senza sentire il bisogno di modificarlo: prendere atto, riconoscere l’esistenza di qualcosa lasciandolo così com’è. Possiamo farlo con tutto, comprese le opinioni altrui. La prima cosa che dovremmo imparare a fare è, appunto, contemplare la differenza fra noi e il nostro o la nostra partner.

Per fare questo. Prima di tutto dobbiamo imparare a guardare meglio noi stessi, vedere i nostri limiti, quanto le nostre idee non riescano a convincere l’altro e soprattutto perché. Facendo questo, abbassiamo il livello di paura e siamo più in grado di accettare le differenze.

Il terzo suggerimento è imparare a essere indulgenti

In che senso? Beh, per evitare di litigare e non parlarsi per giorni, dobbiamo innanzitutto evitare di radicalizzare lo “scontro”. Per farlo, una delle cose più sagge da fare è accettare che, tanto quanto noi, nel momento in cui ci sentiamo contestati, possiamo reagire attaccando, anche l’altro o l’altra possa fare altrettanto!

La persona che hai davanti non è emozionalmente diversa da te: può perdere il filo, andare in confusione, reagire convulsamente e mostrarti aggressività. Tanto quanto sei indulgente con te stesso e ti sforzi di capire quali siano le tue reazioni emotive, devi imparare a essere indulgente con l’altro e a comprendere le sue reazioni emotive.

Accettare questo si traduce nella capacità di lasciare scorrere l’arrabbiatura dell’altro, lasciandoti lo spazio per concentrarti sulle cose veramente importanti. Ad esempio che una discussione può sfociare in qualcosa di buono, se gestita nel modo giusto, e che la vera ricchezza di un rapporto sta nel confronto.

Un buon inizio è imparare quando smettere!

Un altro utilissimo consiglio che traiamo da “La disputa felice” di Bruno Mastroianni è questo: per capire come evitare di litigare e non parlarsi per giorni bisogna semplicemente, a un certo punto, capire quando smettere di litigare.

Bella forza, mi potresti dire. Se sapessi quando smettere probabilmente non staresti leggendo questo articolo. Ma non illudiamoci e non semplifichiamo: quello che hai letto non è poi così lapalissiano. Spieghiamolo più approfonditamente.

Un litigio, un confronto o una discussione è molto simile a quello che fa un cercatore d’oro che col suo setaccio cerca pagliuzze sul greto di un fiume. Dovrà passare attraverso chissà quanti chilo di fango prima di trovare qualche grammo d’oro… ma quando li avrà trovati, la sua giornata di lavoro sarà stata magnifica!

Un litigio è più o meno così. Se ne dicono tante di cose inutili e gratuite, ma c’è sempre una ragione importante alla base per cui vale la pena di riflettere e di stare ad ascoltare. Bisogna individuarlo e portare la conversazione su quello, e una volta fatto questo, passare da un litigio convulso a una discussione costruttiva. Questo, lungi dal minare un rapporto, lo rafforza, ed è appunto questo l’oro da cercare sul fondo del setaccio.

Infine, non affrontare mai un litigio senza avere chiaro il tuo obiettivo

Di solito, quando una discussione comincia, è per una ragione ben precisaNon fai mai le faccende di casa, mi critichi sempre, sei disordinato, non hai pagato le bollette… qualsivoglia ragione. Poi, però, la discussione sfocia nel litigio, e a quel punto subentra la confusione. Si mette troppa carne al fuoco, e perdiamo il controllo della situazione: è come se volessimo risolvere tutti i problemi che ci affliggono in una volta sola, cosa ovviamente impossibile!

Quando hai chiaro qual è il tuo obiettivo nel momento in cui cominci una discussione arrivi a due conclusioni: la prima è l’accettazione del fatto che non disponi di risorse illimitate. Sei un essere umano, arrivi fino a un certo punto e non più in la. Secondo, che l’ordine è una ottima idea soprattutto quando si rischia pesantemente di sconfinare nella confusione come nel caso di un litigio.

Mettere subito bene in chiaro qual è il problema e concentrarsi per mantenere il focus è un ottimo sistema per evitare di veder degenerare la discussione in un litigio che, potenzialmente, può durare giorni!

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