Una delle domande che spesso leggiamo è questa: come uscire dalla depressione e ricominciare a vivere?
Premetto questo: la depressione è considerata a tutti gli effetti una patologia e il primo passo da fare in questo caso è consultare il tuo medico per ricevere l’aiuto psicologico che ti serve per affrontare questa delicata fase della tua vita.
Uscire dalla depressione è possibile.
“Un cane nero, sempre in agguato, che ti assale alle spalle…”
Questa era l’immagine con cui Winston Churchill descriveva la depressione che lo accompagnò per gran parte della sua vita.
Vediamo insieme 6 suggerimenti che si sono rivelati utili per moltissime persone per uscire dalla depressione.
Depressione:
Un termine che ci suscita inquietudine e che sentiamo sempre più di frequente, si tratta infatti di una vera e propria piaga sociale.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la depressione rappresenta uno dei maggiori problemi di salute della nostra società.
In Italia circa 8,5 milioni di persone soffrono di disturbi depressivi.
Nel mondo colpisce oltre 350 milioni di persone. Secondo una stima dell’OMS, nel 2020 la depressione sarà la malattia più diffusa nel mondo.
Nonostante questi dati a dir poco allarmanti, purtroppo c’è ancora poca consapevolezza e vergogna a parlarne.
Capita ancora di sentire frasi del tipo: “Non capisco perché sei depresso: hai tutto quello che vuoi!”, “Pensa a chi sta peggio, a chi non ha nemmeno da mangiare, a chi sta male veramente”.
Se hai sofferto di depressione o se hai persone care che ne soffrono, saprai benissimo che questo male oscuro non è da prendere alla leggera ma non è ancora accettato e compreso pienamente.
La depressione è una malattia che si tende ancora a nascondere e di cui ci si vergogna, rivelarla ci fa sentire ancora più indegni.
Questo porta molto spesso a non prendere sul serio i primi sintomi della depressione, un atteggiamento deleterio, perché, lei, la depressione, si farà comprimere per un po’ ma prima o poi esploderà fino a diventare una depressione clinica, una vera e propria patologia.
A questo punto la situazione diventa molto delicata, perché l’unica cosa che possiamo fare è rivolgerci a un medico.
Come riconoscere i sintomi della depressione?
I primi sintomi si manifestano con una strana sensazione di estraneità verso ciò che siamo e ciò che facciamo.
Una sorta di senso di vuoto, di inadeguatezza, come se ci sentissimo “fuori posto”.
Ti è mai capitato di porti all’improvviso queste domande: “Cosa ci faccio qui? Cosa sto facendo?”, così, senza un motivo preciso, in un giorno come tanti, mentre fai qualcosa di consueto, che fino al giorno prima aveva un senso ben chiaro.
È una sensazione molto sgradevole e istintivamente la cacciamo via, ma lei non tarda a ripresentarsi con forza sempre maggiore.
Se le dessimo ascolto fin da subito e cambiassimo qualcosa nella nostra vita, non tornerebbe più.
Ma spesso, presi dal vortice delle nostre attività quotidiane, ignoriamo questi segnali e la depressione si fa strada nella nostra vita, finché ci ritroviamo in uno stato di prostrazione e profondo abbattimento psicologico che pervade le nostre giornate, i mesi, gli anni.
Con il tempo si presentano anche i sintomi fisici: una forte e continua stanchezza, disturbi del sonno e dell’appetito.
L’emotività diviene sempre più labile.
È come vedere il mondo attraverso degli occhiali con delle lenti scure: tutto sembra più grigio e difficile da affrontare, anche alzarsi dal letto al mattino o fare una doccia.
Ogni giorno che passa ci sentiamo più fragili, smarriti, vivere diventa un peso, un dovere del tutto privo di interesse.
La depressione si insinua tra le pieghe di ogni gesto, anche del più banale, svuota ogni cosa di significato.
Come uscire dalla depressione ancora prima di entrarci?
#1. Chiedi aiuto
Non resistere in silenzio a denti stretti. Non banalizzare i sintomi e sentiti in diritto di chiedere aiuto.
È vitale rivolgersi a qualcuno che possa sostenerti.
La prima persona a cui puoi rivolgerti è il tuo medico di fiducia o ancora meglio uno psicologo dell’azienda sanitaria locale della tua città.
Lui potrà aiutarti a capire se effettivamente si tratta di depressione e indirizzarti verso uno specialista che potrà aiutarti.
#2. Accetta e fai uscire la depressione nella tua vita
Non opporti alla depressione, non contrastarla in tutti i modi, accettala e lascia che il dolore faccia il suo lavoro.
Ricorda che il dolore non è mai inutile e porta sempre a una trasformazione profonda e salutare, al sorgere di una nuova consapevolezza.
La depressione è spesso affrontata solo come un disturbo invalidante, di cui vergognarsi e da far tacere il prima possibile per tornare a stare bene.
È solo attraverso l’accettazione che si creano le condizioni necessarie per imparare dalle esperienze, aumentare le nostre capacità ed evolvere.
Attenzione però, accettazione non significa rassegnazione.
La rassegnazione è un atteggiamento passivo, rassegnarsi significa sopportare e chiuderci in noi stessi.
Accettare invece significa prendere atto di come stanno le cose, riconoscere ciò che sta accadendo e smettere di nascondere la testa sotto la sabbia.
Perché non iniziare a vedere la depressione, invece che come un disagio invalidante, come un’occasione che la vita ci offre per riflettere sull’andamento delle cose?
Se vuoi fare il primo passo in questa direzione, la meditazione potrebbe essere una fantastica soluzione.
#3. Riequilibra l’esteriorità e l’interiorità
Già nel 200 d.C. il filosofo neoplatonico Plotino, poneva l’accento su un argomento molto attuale. A proposito degli uomini del suo tempo si esprimeva così:
“Troppo sbilanciati all’esterno, soffocati dall’esteriorità, collegati da mille vincoli alle attrattive del mondo, sono talmente distratti da smarrire il proprio percorso e si consegnano a un’infelicità esistenziale.”
Plotino affermava che sotto la scorza dell’uomo esteriore se ne nasconde un altro: l’uomo naturale, colui che incarna la nostra essenza, il più vicino alla nostra autentica natura.
L’autenticità di ognuno di noi si trova nel buio del nostro essere, non nel lato visibile.
Se tornassimo ad ascoltare la voce del nostro uomo naturale, potremmo mantenere la rotta senza dubbi e incertezze, grazie alla naturale fiducia in noi stessi e tenere quindi uscire dalla depressione.
Tutti noi ci affanniamo quotidianamente per comporre il puzzle della nostra vita nella maniera più perfetta: siamo attenti al tassello del lavoro, a quello del matrimonio, delle amicizie…
Ma a volte può capitare che, terminato il puzzle, rimaniamo delusi, quando scopriamo che manca l’ultimo tassello: noi stessi, le nostre vere esigenze.
Abbiamo costruito quel puzzle con tanta fatica e impegno ma lo abbiamo costruito solo basandoci sui giudizi esterni, lo abbiamo costruito perché piacesse a tutti, ma se non piace a noi, quel puzzle è completamente inutile.
Spesso la depressione entra nelle nostre vite per impedirci di proseguire i nostri progetti, ci trattiene in uno stato di vuoto, di buio, di silenzio, spegnendo apparentemente tutte le nostre energie.
Arriva per interrompere la costruzione di quel puzzle sbagliato e per rimetterci in contatto con la nostra interiorità, la sola che può farci da guida.
“Approfitta” di questa situazione e liberati una volta per tutte dagli inutili giudizi altrui, da tutto ciò che non ti serve, e dai progetti e dalle ambizioni che non sono realmente tue.
#4. Dai un nome alla tua depressione
Winston Churchill chiamò la sua depressione “cane nero”.
L’ha trasformata in un animale domestico, facendo sì che una situazione difficile diventasse controllabile.
Assegna anche tu un nome alla tua depressione, ti aiuterà a percepire la depressione come una condizione e non una definizione di quello che sei.
Dire a te stesso una frase di questo tipo: “Il mio cane nero mi fa sentire triste oggi” piuttosto che “sono sempre e irrimediabilmente triste”, suona molto diverso, soprattutto al tuo cervello, che ti permetterà di non sentirti un tutt’uno con la depressione.
#5. Fai ricerche sulla depressione e impara tutto quello che puoi
Sapere è importante per assicurarti del fatto che la depressione è qualcosa di reale, che va trattata in maniera seria e che esistono diversi modi per sconfiggerla.
Una comprensione reale della malattia ti permetterà di uscire dalla depressione superando le tue paure e le tue preoccupazioni e ti fornirà la consapevolezza che ti servono in questa fase della tua vita.
#6. Come combattere la depressione se “tocchi il fondo”
Usa il fondale come piattaforma di lancio!
Lo stato di grave prostrazione a cui ci porta la depressione, ci costringe a confrontarci con gli aspetti più oscuri e segreti della nostra anima.
Scendiamo così in profondità, nei sotterranei della nostra anima, che ad un certo punto avvertiamo la sensazione di sprofondare sempre più in basso fino a “toccare il fondo”.
Si tratta di quell’attimo in cui possiamo decidere se lasciarci andare sul fondale o se trasformare quello stesso fondale in una piattaforma di lancio da cui ripartire ed emergere.
Se hai sofferto di depressione sai che il momento in cui capisci di aver toccato il fondo può diventare una fase estremamente creativa, di rinascita.
Che ne dici di rinascere ora?
Se anche tu soffri di depressione o ne sei uscito scrivi un bel SI nei commenti qui sotto, sarà il primo passo per prendere lo slancio necessario a ripartire!
P.S. Ricordi il punto 1? Chiedere aiuto. Questo resta sempre il passo fondamentale.
Ma c’è una cosa che puoi fare ora, da solo: meditare.
Le ricerche confermano che la meditazione è un valido sostegno per la depressione perché riduce del rimuginio, quell’attività di pensiero ripetitiva che porta a rielaborare negativamente gli eventi passati.
Pensi che meditare sia troppo difficile per te? Allora pensa di nuovo e CLICCA QUI!
Ti aspetta un episodio fantastico della Svolta School con il maestro Amadio Bianchi, uno dei docenti più stimati e richiesti di meditazione del mondo!
Ciao sono Anna. Sono sempre stata una persona abbastanza dinamica, ottimista, piena di curiosità, obiettivi, voglia di fare. Sarà un anno che la musica è cambiata. Ho 30 anni. Sto per andare a convivere. Da un anno c è un po’ di crisi col mio ragazzo, a cui però forse do più peso io che lui. Non sono soddisfatta del mio lavoro, richiede precisione, attenzione alle scadenze, sapersi porre con le persone in modo molto impostato, responsabilitá e dopo 8 anni lo avverto come qualcs di lontano dalla mia personalità, fatico a mostrarmi per ciò che non sono, cioè una persona sicura di sé. Non ho più voglia di uscire, di vedere amici, di farmi un viaggio..tutte cose che un tempo mi avrebbero fatto stare bene. Vorrei solo dormire..e uscire da questo stato..ho perennemente paura di sbagliare. In ogni decisione penso:e se poi mi pento? Così iniziano le paranoie mentali che ovviamente non dico a nessuno. E resto li…come in mezzo al mare senza sapere dove andare..avverto un vuoto..
Ciao mi chiamo Alessia e ho 29 anni. Da qualche anno, dopo aver subito un trauma emotivo molto forte sul piano sentimentale non sono più riuscita a prendere le redini della mia vita in mano, non mi sento me stessa, se sto bene so che prima o poi succederà qualcosa che mi farà stare male di nuovo e se non succede sono i miei pensieri stessi a farmi stare male. Non mi sono mai sentita così nella mia vita e più vado avanti più vedo le cose peggiorare e distruggermi anziché migliorare. Da un problema con il mio compagno che stavo risolvendo a modo mio si è trasformato in un problema con mio padre che non vuole più vedere questa persona né sentirlo nominare sebbene lui non abbia fatto niente di male. Ho cercato aiuto da subito con uno psicologo ma dal trauma affettivo credo dovrei affrontare il problema depressivo perché non so come altro definire il mio stato d’animo, oggi ho preso un lavoro di appoggio perché la mia vera passione ha bisogno di soldi e tempo per svilupparsi, ma mi sono sentita più abbattuta che altro, la società mi ripulsa e vorrei solo stare a casa, dipingere e stare bene e invece non vedo luce né uscita, piango spesso e vedo tutto nero. Ho anche pensato che ormai la mia vita non aveva nessun senso, ma il pensiero di mia madre si sta rivelando una sorta di faro che mi protegge da questo tipo di oscurità. Non so che altro fare, non so cosa minimamente possa cambiare il corso della mia vita. Vorrei tornare con il mio compagno ma ho fatto talmente tanto casino che adesso devo per forza studiare un percorso alternativo. Spero finisca presto e spero lo psicologo riesca ad aiutarmi. Grazie per l’ascolto.
Ciao Alessia, ci dispiace per la tua situazione. Ti ringrazio per la condivisione e per la fiducia. Se ti fa piacere, ti propongo di dare un’occhiata a questa pagina: https://omnama.it/tapping
Ciao sono Margherita, ho 16 anni e ultimamente mi sento inutile. La mattina mi alzo e prego che questa giornata finisca subito…a volte ho crisi di pianto dal nulla e incolpo sempre e solo me di tutto, non so più cosa fare, non ho voglia di fare niente, sento come se un qualcosa mi stesse divorando poco a poco fino a lasciare il volo…a scuola non vado molto bene e ogni giorno torno a casa sentendomi la delusione dei miei genitori,cosa che effettivamente sono.
Varie volte mi è capitato di pensare a finirla qui, di non andare più avanti perché nella mia vita so che non concluderò niente.
Mi sento vuota,vorrei sparire,andarmene e smettere di piangere tutti i giorni di nascosto e stare male.
Vorrei chiedere aiuto, ma purtroppo non posso, nessuno mi capirebbe e penserebbe che sia una scemenza.
Ciao Margherita, ti consiglio di parlare con la tua famiglia. Sono sicura che loro sapranno darti i consigli giusti 😉 Un abbraccio di Luce <3
ciao a tutti, mi chiamo carol e tra poco compio 20 anni. è la seconda volta che scrivo questo messaggio, perchè il primo l’ho cancellato per la vergogna, anche se c’è anonimato. qualche mese fa stavo molto male e decisi di scrivere un quaderno per sfogarmi, pensando fosse di aiuto, e oggi a distanza di mesi noto che non è cambiato nulla, e che non ho fatto nulla, come prendere la patente, fare un esame o fare una qualsiasi altra cosa che vorrei fare. sono per la maggior parte del tempo apatica, a volte mi sembra che la vita non sia nemmeno la mia, e non mi importa quasi più di nulla. poi magari piango all’improvviso, a volte il battito accelera senza motivo e ho bisogno di sedermi e respirare a fondo per tornare normale. quando qualcuno prova a tirarmi su (specialmente il mio ragazzo) mi arrabbio e voglio stare sola, poi una volta sola mi divorano i sensi di colpa e mi disprezzo. non c’è un motivo razionale per cui dovrei stare così, non mi manca nulla e mi sento stupida a essere triste per niente, solo che niente non è visto che io non sono così. io non mi riconosco più e non serve a niente fingere che sia tutto normale, anche se è proprio quello che sto facendo da mesi… ho provato a parlare con mia madre, ma lei non ha dato importanza alla cosa come io avrei voluto, dentro mi sento arresa e un fallimento, e a volte penso anche alla morte, anche se non lo farei mai e subito dopo provo un forte senso di vergogna e disprezzo per me stessa. grazie a chiunque abbia letto…
Ciao Carol, grazie per la fiducia e per aver condiviso con noi questa tua esperienza. Non conoscendo bene i dettagli, non possiamo darti tanti consigli. Potresti riprovare a parlare con tua mamma oppure con altre persone della tua famiglia e perché no, anche amici. Di sicuro sapranno consigliarti al meglio <3
Ciao, salve;
ho 32 anni e una confusione della vita incredibile, staccata da 10 anni dalla famiglia d’origine, vivo in una residenzia sociale all’estero da un anno, senza lavoro, senza casa, senza famiglia, e senza soldi; in questa residenzia mi obbligano a lavorare senza pagarmi, anzi quasi che devo pagare io ed essere super riconoscente al punto di farmi danno a me stessa; e stanno facendo di tutto per ostacolarmi nelle mie aspirazioni di trovare un lavoro nell’ambito della cultura; in questo piccolo paese c’e’ tanta invidia e a tutti i livelli; sono pochissime le persone di buon cuore; che sarebbero la mia psicologa, e basta; come resistere, senza che ti mangino anche quell’ultimo pezzettino di sentimento che e’ rimasto attaccato dentro al cuore in un angolo? grazie se mi rispondete
silvia
Ciao Silvia,
Grazie di aver condiviso con noi la tua sfida personale, purtroppo non abbiamo tutte le risposte ma ci piacerebbe provare ad aiutarti. Per capire quale direzione dare alla tua vita ecco un video di qualche tempo fa che forse può darti qualche spunto:
https://www.youtube.com/watch?v=8GDer2PzHBo
Ricorda che il più delle volte, la risposta è sempre dentro di noi, solo che tendiamo a cercarla in mille altri posti 🙂
Una splendida giornata e un grande in bocca al lupo 🙂
Sono una ragazza di 23 anni e se devo utilizzare un aggettivo per descrivermi è “persa”. Non so quando sia iniziata, forse tre anni fa, in seguito al sentirmi sempre inadatta e sfiduciata in ogni cosa che facevo. Per un anno e mezzo mi sono chiusa in una stanza, senza voglia di fare nulla. Ho passato giorni senza rivolgere la parola a nessuno, chiudendomi in una prigione di cose non dette, bugie, incubi. Passavo le notti insonni e i pomeriggi senza aver voglia di fare nulla. Ma nessuno ha visto. Io continuavo a chiudermi in quella stanza per la scusa dello studio, ma i miei non hanno capito. Non hanno visto. Ho imparato a sentirmi invisibile,come se non esistessi, mi ha portato davvero a sentirmi niente, nulla. Il mio peggior errore è stato non aver chiesto aiuto, lo so. E tuttora non ci riesco, sebbene sia riuscita in parte ad uscire da questa gabbia che mi sono costruita. Dopo un anno e spara di “reclusione” ho deciso di uscire da quella mia camera. Mi sono spostata nella città della mia università, ho preso un appartamento condiviso con altre due ragazze. Ho iniziato a parlare, a raccontare, a piangere davanti a qualcuno. Ed è stato bellissimo. Ho chiesto scusa a persone che avevo allontanato, ho iniziato a riseguire corsi, a confrontarmi con la gente. Ho scritto una lettera alla persona che più rimpiangevo. E mi sono sentita libera per la prima volta… ho passato quattro mesi di apparente tranquillità ma ci sono ricaduta. Credevo di averla superata ma ci sono ricaduta. Sento come se mi fossi illusa di aver risolto le cose, ma niente è cambiato. Sto ricominciando a richiudermi in me stessa, a fare gli stessi errori. E ho così paura dei miei pensieri folli durante le crisi di panico, di ritornare a quel pomeriggio quando stavo chiusa in quella stanza, vicino alla mia scrivania. Ho paura di perdere la lucidità… ho paura di me stessa. Non sto bene, e me ne rendo conto ogni giorno di più ed è quindi tempo di prendere una volta per tutte la situazione in mano, di chiedere aiuto, di urlare il mio dolore, perché le cose che ho soppresso dentro non riesco a contenerle più e sono consapevole di essere quasi arrivata al limite. E quando ci arriverò sarò perduta per sempre e non voglio. Non posso. Io voglio rinascere e voglio farcela una volta per tutte. Auguro a tutte le persone che hanno raccontato la loro esperienza qui di non perdere mai la speranza… per quanto soli e deboli, per quanto vuoti e tristi, penso che possa esserci qualcosa di bello per noi. Basta non mollare.
Io ci proverò.
Ti abbracciamo Federica <3 continua il percorso che hai iniziato per tornare ad essere serena <3
Io non credo di essere depressa. Ma in fondo penso che non siamo diversi dagli altri, solo non vogliamo che la nostra verità venga soffocata dal modo di vedere le cose altrui. Secondo me siamo solo ipersensibili e abbiamo bisogno di ascoltarci di più. In fondo anche il fatto di credere che la vita sia nulla è un modo di vederla. Morire non ha senso perché le cose posson sempre cambiare. E anche vivere, la maggior parte delle volte non ha senso. Perché non facciamo quello che vogliamo… Tra l’altro, sappiamo cosa vogliamo? Allora io vorrei dire. Prima di ucciderti. Fai le cose che vuoi fare. E inoltre vorrei dire. Cosa ci perdi?
Io funziono così, reprimo tutto e a un certo punto esplodo in modo inadeguato, passo momenti felici, sereni, tristi, la vita è veramente un altalena, e mi fa soffrire tantissimo. Mi chiedo come riescano gli altri a non soffrire. E la risposta che mi dò è che questa vita l’ho scelta io. Io scelgo di soffrire perché voglio capire cos’è la sofferenza, voglio capire gli angoli bui di me. Io non so andare dove voglio andare, perché della catene invisibili che mi son messa mi trattengono. Però in fondo è il mio destino, capire. E se volessi davvero, so che riuscirei a smettere. Forse.
Grazie del tuo contributo Martina, davvero profondo. <3
Comunque credo che tutti gli esseri umani siano esposti alla sofferenza, nessuno escluso. Infondo in natura, ogni cosa (incluse le emozioni!) segue un proprio ritmo - il giorno e la notte, l'alta marea e la bassa marea, le stagioni... Non sempre è il ritmo che piace a noi...
e senza la sofferenza non sapremmo riconoscere e godere dei momenti di gioia.
Ciao, mi chiamo Francesca, ho 24 anni e soffro di depressione da sempre, credo. Fin da quando ho memoria, ricordo di essermi sempre sentita fuori posto, diversa, come se vivessi in un universo diverso dagli altri. La cosa mi ha sempre messo a disagio, ma con gli anni, tra alti e bassi, sono riuscita a conviverci, nascondendo come potevo tutte le emozioni negative che provavo. Mi sono sempre sentita sola e triste, nonostante avessi una discreta vita sociale, come tutti, sempre a soppesare ogni minima parola, pensiero che non potesse risultare fastidioso, perché, purtroppo, mi importa dell’opinione altrui e non voglio deludere nessuno.
Negli ultimi anni, però, con l’università, è arrivata una crisi profonda, tra la facoltà che non mi soddisfaceva, i miei genitori sempre più ossessivamente preoccupati per me, le prime gravi delusioni romantiche e di amicizia, e il fragile equilibrio che mi ero costruita in tutta la mia vita è crollato. Ora passo le giornate a dormire, non ho voglia di fare nulla, anche solo lavarmi faccia o denti risulta una fatica incredibile, mi sento vuota e non voglio vedere nessuno. La cosa terribile è che non ho uno straccio di emozione, sono apatica, fondamentalmente sono una persona distrutta e non ho assolutamente idea di come rialzarmi e vivere la mia vita.
Questa situazione ti fa soffrire? C’è una cosa che vorresti fare e non stai facendo?