Pensiero Positivo? Scopri Se Funziona Davvero

Pensiero Positivo? Scopri Se Funziona Davvero

Non soffermandosi troppo a pensare, si può pensare che l’idea di pensiero positivo sia abbastanza semplice. Eppure non è così: il pensiero positivo non è affatto solo una questione di scegliere la prima opzione fra “bicchiere mezzo pieno” e “bicchiere mezzo vuoto”.

Alle volte tendiamo a semplificare oltremodo le cose, e allora l’espressione “Pensiero positivo” si traduce automaticamente nella nostra mente nell’idea di adottare uno stile di vita leggero e forse un po’ ingenuo.

Trasformare ogni esperienza negativa in una esperienza positiva solo per l’interpretazione che le diamo. Aprioristicamente, senza spirito critico, senza soffermarci sulla sua metabolizzazione.

Non funziona esattamente così.

Dire che il pensiero positivo significa trasformare i pensieri negativi in pensieri positivi è una semplificazione estrema, che funziona come slogan ma che necessita di un bel po’ di approfondimento.

Più di una disposizione d’animo, il pensiero positivo è una filosofia.

Un metodo complesso e articolato, che si basa sul presupposto che i pensieri siano una materia viva e creativa, sulla quale ogni persona ha una possibilità di intervento. Di conseguenza, è possibile orientare la propria mente in senso positivo, aprendola a una visione ottimistica e propositiva del mondo e della vita.

Un risultato, questo, che si può ottenere con le più disparate tecniche. Ad esempio la ripetizione delle “affermazioni”, miglioramenti che vogliamo nella nostra vita o situazioni che desideriamo vivere, per orientare il subconscio. Vi sono poi le tecniche della visualizzazione creativa e della meditazione, molto interessanti e praticabili.

Questo, però, per quanto riguarda quel che vogliamo vivere nel futuro, e l’orientamento positivo che vogliamo dare alla nostra vita. Ma per quanto riguarda il passato?

Come possiamo trasformare un’esperienza negativa già vissuta in qualcosa di positivo?

Beh, a rischio di fare un ragionamento tanto impopolare quanto scontato, gettiamo la maschera fin da subito: gli avvenimenti della nostra vita non sono necessariamente positivi.

Determinate esperienze sono negative, senza se e senza ma. È velleitario e ingenuo pretendere di trasformarle, nella nostra mente, in qualcosa di positivo solo desiderandolo, sforzandosi di pensare a quell’avvenimento come se fosse qualcosa di positivo.

Questo non significa che non sia possibile che le ripercussioni di quell’evento sulla nostra vita non possano essere positive!

Significa solo che ci vuole impegno e distacco perché questo succeda.

Giusto per fare un esempio molto semplice, ipotizziamo che il nostro o la nostra partner ci lasci dopo averci traditi. Ne saremo sconvolti, e giustamente. Non c’è modo che un’esperienza simile possa essere positiva, giusto?

Probabilmente, però, a causa di quell’esperienza traumatica ci saremo liberati di una relazione tossica che ci avrebbe fatto solo soffrire. Sicuramente, poi, saremo più propensi ad accogliere nella nostra vita una persona più onesta ed empatica, che non ci faccia più soffrire. Cercheremo di costruire rapporti più sani, e avremo anche capito che possiamo sopravvivere anche alle delusioni più cocenti.

Insomma, non c’è modo di trasformare un’esperienza negativa in un’esperienza positiva… ma a seconda di come la viviamo, anche quell’esperienza negativa potrà portare qualcosa di positivo nella nostra vita! In questo senso parliamo di pensiero positivo.

Ci sono alcuni stratagemmi che possiamo adottare per vivere al meglio le esperienze negative o reinterpretarle sotto una luce di positività. Vediamone alcuni.

Datti il giusto tempo!

Una delle cose da non fare assolutamente all’indomani di un’esperienza negativa è cercare di reagire immediatamente. Di solito le reazioni che mettiamo in campo sono avventate, rischiose e sicuramente non ben ponderate, nel momento in cui agiamo troppo presto, ed è molto semplice capire il perché.

Siamo esseri umani, abbiamo un’emotività complessa e una sensibilità raffinata. Non siamo delle macchine da far ripartire con un paio di cavetti e una tanica di benzina.

Abbiamo bisogno di capire noi stessi, i nostri sentimenti, di metabolizzare la sofferenza, la delusione o la rabbia che stiamo provando. Per fare questo è necessario tempo, e la capacità di guardarsi dentro con sufficiente umiltà da capire che non siamo fatti d’acciaio, e che certi colpi, se non ci rompono, ci segnano.

Generalmente arriva un giorno magico in cui, dopo aver dato sfogo a sufficienza ai nostri sentimenti, ci svegliamo e ci scopriamo in grado di pensare a quello che è successo con distacco e lucidità. Quello è il momento giusto per reagire.

Non rovinarti l’umore!

Mettiamo il caso di aver avuto una pessima giornata al lavoro, ma di avere un appuntamento con gli amici per una serata che si rivela essere piacevole e divertente come poche altre. Hai due opzioni.

Puoi portare la negatività che hai accumulato durante la giornata di lavoro con te e non goderti la serata con i tuoi amici.

Oppure puoi fare un bel respiro, capire che il lavoro e gli amici appartengono a sfere differenti della tua vita, e goderti la tua serata come meriti.

Non è certo una questione di menefreghismo. Alle volte la vita ci mette davanti dei dettagli che potenzialmente possono cambiarci la vita in meglio: sono lì, davanti a noi. Sta a noi, però, essere in grado di coglierle!

Durante la serata coi tuoi amici potresti incontrare l’amore della tua vita. Vuoi perdertelo perché hai avuto una brutta giornata al lavoro? Credo proprio di no!

Il significato di un’esperienza è sempre soggettivo!

Due persone coinvolte nello stesso avvenimento non necessariamente gli attribuiscono uno stesso significato. E’ come fare una partita a carte: la partita è la stessa per tutti i partecipanti, ma solo per uno sarà una vittoria. Per tutti gli altri sarà una sconfitta.

Questo semplice esempio ci suggerisce che possiamo (e dobbiamo) essere molto liberi riguardo al significato che diamo a un evento, senza farci influenzare dalla percezione altrui. Non sminuiamo un’esperienza solo perché gli altri la minimizzano. Non battiamoci il petto se gli altri attorno a noi sentono di doverlo fare.

Attribuiamo il significato che sentiamo di dover attribuire all’esperienza che abbiamo vissuto in modo totalmente personale: è il solo modo per capirla fino in fondo e trarne il meglio.

C’è sempre qualcosa da imparare. Sempre.

Ma sempre sempre! Ed è esattamente questo, alla fin fine, il vero risvolto positivo in un’esperienza negativa. La capacità di imparare da essa, di non darsi mai per vinti, di lasciare che gli ostacoli che la vita ci mette davanti non ci fermino, ma ci rendano più forti per il solo fatto di averli superati!

E in fondo probabilmente è questa la vera essenza del pensiero positivo.

Quello che fa la differenza, nella vita, è la capacità che abbiamo di attrezzarci contro le avversità, e non in termini di corazza o di scudo. Chiudersi non è una soluzione. Accogliere quello che arriva con positività, con il sorriso sulle labbra, con fiducia: questo significa saper rispondere alle avversità.

Perché la vita è una, ed è bellissima, e sarebbe uno spreco passarla con il broncio o aspettandosi la catastrofe dietro ogni angolo.

Molto meglio godersela tutta per quella che è!

La gioia è un concetto tanto ampio e tanto personale che alle volte rischia di sfuggirci di mano… eppure passiamo l’intera vita a inseguirla, e ne abbiamo tutte le ragioni!

Per iniziare a coltivarla l’abitudine alla Gioia attraverso un Viaggio consapevole scopri la puntata de La Svolta School di Franco Nanetti: scoprirai un punto di vista unico per vivere la quotidianità, che potrà servirti per sempre!

Pensiero positivo

Viaggio consapevole: il pensiero positivo secondo Franco Nanetti

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